Durante la meravigliosa esperienza di Eating Piceno, oltre ad avere assaggiato i piatti tipici della mia terra, degustato di tutto e di più, mangiato in continuazione, conosciuto bellissime persone, abbiamo anche avuto modo di conoscere alcuni progetti molto interessanti, tra cui quello della Cucina dello Spirito, del ristorante San Giacomo a Monteprandone, gestito con passione da Ermetina Mira, che propone solo piatti e ricette recuperate dai manoscritti dei monasteri e dei conventi del Piceno. Da questo progetto è nato anche un libro omonimo, intitolato appunto La cucina dello Spirito e curato da Tommaso Lucchetti, che raccoglie le ricette - alcune delle quali riproposte dal ristorante -.
Mi ero riproposta di provare almeno una delle ricette del libro e quella che propongo oggi è una ricetta che viene servita tutt''ora nel Monastero di San Giacomo a Monteprandone.
- Ingredienti -
(per 2 porzioni)
- mezzo coniglio tagliato a pezzi
- 1/2 carota
- 1/2 cipolla
- 1/2 costa di sedano
- un po' di farina
- olio extravergine
- acqua calda
- sale
- salvia
- vino bianco
- Procedimento -
infarinate i pezzi coniglio. Tritate finemente il sedano, la carota e la cipolla e soffriggeteli nell’olio finché si saranno ammorbiditi. A questo punto aggiungete il coniglio mescolando per non farlo attaccare…Quando il coniglio non sarà più rosa esternamente, sfumate con il vino bianco. Aggiungete ora qualche fogliolina di salvia tritate grossolanamente (io uso quella secca perché meno forte, ma se vi piace usatela fresca). Proseguite la cottura aggiungendo di tanto in tanto dell’acqua calda quando il coniglio tende ad asciugarsi e ad attaccarsi. Portate a cottura il coniglio in salmì e servite con la cremina che si sarà formata.
5 commenti sul post:
“Coniglio in salmì del monastero di San Giacomo a Monteprandone”
E' sempre interessante conoscere e provare vecchie ricette, e di solito i frati sapevano bene quello che facevano!
Ho giusto un coniglio in congelatore…
Ps: nel procedimento c'e'una piccola svista, parli di tacchino all'inizio! 😉
A presto bea
Oh, mamma!!! Vado subito a correggere!!!
Grazie!! Chissà a cosa pensavo!!
Bellissimo questo piatto, dà una sensazione di calore… sai quelle sere invernali in cui rincasi e trovi la famiglia riunita che ti aspetta, mentre la casa è inondata dal profumo della cena sul fuoco? Ecco, questa è la sensazione che mi trasmette, forse perchè d'inverno, dopo una giornata dura e lunghissima (e soprattutto gelida, quassù, nella città della bora), ho l'abitudine di cucinare carni e arrosti che alla fine soddisfano sempre tutti.
Un abbraccio!
Tatiana
Ah l'arrosto!! Che pasion!! 🙂 Che bella immagine mi hai descritto….