Non fosse stato per mia suocera, non avrei mai conosciuto questo dolce. Essendo lei fieramente calabrese, naturalmente non c'è dolce o piatto in genere che sia buono come quelli che mangiava in Calabria e, in effetti, lei è brava a cucinare. Dolci però non e fa e per fortuna su quelli ho piena libertà di movimento io (che sul resto guai a contraddirla); però, pur non facendone, a volte rievoca quelli che mangiava nella sua terra e tra questi c'era appunto la Pitta 'nchiusa. In atre zone della Calabria la chiamano anche Pitta 'mpigliata, che forse è il nome più conosciuto.
Ho assaggiato questo dolce per la prima volta prima di Natale: l'aveva comprato e ne abbiamo assaggiato un po', ma non era molto soddisfatta e mi parlava di quello che faceva sua nonna e di quanto fosse una meraviglia ecc.
E' da un po' quindi che avevo in mente di provare a farlo, ma è un periodo che non sono tanto in vena di stare ai fornelli, quindi ho rimandato, ma stasera finalmente, dopo un veloce controllo della dispensa ho dato il via all'opera. Mi sono fatta spiegare bene bene da mia suocera come la faceva sua nonna, ho cercato in rete e alla fine ho fatto un mix appeal e ho tirato fuori quella che vedete di seguito. Buonissima! Forse solo un pochino troppo dolce, ma squisita. Probabilmente non passerà il vaglio di mia suocera, ma a noi è piaciuta comunque!
La pitta ‘nchiusa (o pitta ‘mpigliata)
per una pitta di circa 28cm di diametro
Ingredienti per il ripieno:
200 g di gherigli di noce
200g di mandorle con la pellicina tostate
50g di pinoli
250g di miele
200g d’uva passa
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di cannella
scorza grattugiata di un’arancia
liquore q.b. (io rhum fantasia e vino bianco)
Per la pasta esterna:
500g di farina 00 debole per dolci
2 uova
1/2 bicchiere di olio d’oliva
1 bicchiere di vino dolce (preferibilmente rosso, ma io ho usato un bianco)
1 bustina di lievito chimico per dolci
1 pizzico di sale
Preparazione della pitta ‘nchiusa:
come prima cosa preparate il ripieno. Tritate le mandorle grossolanamente al coltello, poi versatele in una teglia e tostatele per una decina di minuti in forno a 170°.
Tritate anche le noci grossolanamente e unitele alle mandorle una volta sfornate.
Portate dell’acqua a bollore, spegnete e ammollateci l’uvetta per 10 minuti, dopodiché strizzatela bene, asciugatela con della carta assorbente e unite alla frutta secca. Aggiungete anche i pinoli, poi lo zucchero, la cannella e la scorza d’arancia. Sciogliete il miele al microonde o a bagnomaria e versatelo poi sulla frutta secca. Versate anche il liquore e mescolate bene. Lasciate riposare.
Ora preparate la pasta esterna. Intepidite sul fuoco l’olio mescolato al vino. Con la farina formate una fontana e al centro versateci il lievito, il sale e il composto miele-olio, poi le due uova e impastate fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Prelevate un terzo di impasto e stendetelo in un cerchio del diametro all’incirca di 30-32cm.
Composizione della pitta ‘nchiusa:
Ricoprite uno stampo da 28cm con la carta forno e stendeteci il cerchio di pasta appena creato in modo che sbordi un po’. Spennellate la parte centrale con un po’ di miele, dello zucchero, dell’olio e della cannella. Prelevate dei pezzi dell’impasto rimanente e passateli nella sfogliatrice, cominciando dal livello più largo e proseguendo fino al 5° livello, formando delle strisce alte all’incirca 7cm e lunghe 30.
Al centro della striscia disponete il ripieno e poi piegate la striscia a metà e arrotolatela formando una rosellina.
Preparate 7 rose. Disponete una rosa al centro e poi le altre mano a mano tutte attorno alla centrale. Ora sollevate i bordi della sfoglia che avevate messo come base e fatela aderire alle rose, ripiegandola nelle “insenature” tra una rosa e l’altra, in modo da racchiudere le rose. Con uno spago legate la circonferenza della pitta (facoltativo), poi infornate a 180° per circa 40 minuti, finché il dolce sarà ben dorato e croccante.
Sciogliete un cucchiaio di miele con uno di vino sul fuoco e appena sfornate la pitta, spennellatela con questo composto. Fate raffreddare e, se ci riuscite, assaggiatela il giorno successivo, quando tutti i sapori si saranno amalgamati.
66 commenti sul post:
“La pitta ‘nchiusa (o pitta ‘mpigliata), un dolce tipico calabrese”
Sono bellissimissimi! Che effetto 🙂
Grazie Ale!!!
Adoro questi dolcetti, sembrano simili a quelli pugliesi che facciamo noi a Natale! sono bellissimi, complimenti!
Sono molto buoni…Tu di dose sei?
Io l'ho mangiata da bambina quando con i miei genitori andavo in vacanza al sud,non ricordo bene il sapore ma ricordo che mi piaceva tantissimo.Grazie a te e a tua suocera per questa ricetta che mi dara' l' occasione di riscoprire il gusto delizioso di questo dolce e con la mente di tornare indietro e rivivere bellissimi ricordi! Bacioni 🙂
Grazie Isabella! Se per caso dovessi provarla fammi sapere!
Mia mamma (della provincia di Avellino), fa ogni Natale le 'Scartatelle' e sembrano quasi uguali, solo che non hanno il ripieno di mandorle nella pasta, ma vengono prima fritte e poi condite a parte con mandorle e miele. Se vai a vedere le mie foto di Natale le trovi!
Ci sono dei dolci che si fanno un po' in diverse parti d'Italia e hanno nomi diversi. Penso agli struffoli, che da me sono simili e si chiamano Cicerchiata e in Calabria Turiddi o una cosa simile…
da me si chiamato tardilli e sono l'equivalente calabrese degli struffoli napoletani! 🙂
a parte la bontà.. mamma mia quanto è bella questa pitta!!! *_*
Grazie!!! Era la prima volta che la faceva…sarà la fortuna del principiante!
La pittanchiusa!!!! Non sai quanti ricordi…. La mamma della mia amica del cuore era calabrese e quando in qualche vacanza che ho passato da lei la assaggiai me ne innamorai follemente… Vedere qui la ricetta non sai quanto mi ha fatto piacere! Devo assolutamente provare a farla!!!
Grazie grazie davvero …. buona giornata
Sandra
🙂 Mi fa piacere che ti abbia richiamato alal mente bei ricordi…Provala. Pensavo ci volesse più tempo a farla, ma in fin dei conti invece non è poi così laboriosa
Accidenti, come sono belle! Mi ricordano quelle pugliesi di mia suocera ai tempi che potevo mangiarle.
Ciao
Norma
🙂
Martina cara giuro che non l'ho mai nè vista nè assaggiata e se non piacerà alla suocera io verrei volentieri ad assaggiarla!!
mi sa che devo rimediare a questa mancanza…la tua pitta è invitantissima!!
E' molto molto buona….Con tutta quella frutta secca tostata….
LA conosco benissimo. Abbiamo amici calabresi e l'ho provata più volte, forse da qualche parte dovrei avere anche la loro ricetta originale. A me piace tanto e tu l'hai fatta divinamente.
Baci.
Se dovessi trovare la ricetta originale e hai voglia, mandamela via mail…Magari un giorno la provo
io sono calabrese anche se vivo da tanti anni al nord e nella zona di Catanzaro, da dove vengo, si chiama proprio pitta 'nchiusa. Non l'ho mai amata molto perché troppo carico di miele, noci e uvetta ( e quest'ultima nei dolci non mi piace proprio)…però la tua è davvero bella ed eseguita alla perfezione…ricordo la mia cara nonna quando la faceva…complimenti martina, sei semore bravissima!
ps. un consiglio: mai contraddire una suocera calabrese ;D
Grazie!! Ahahah, grazie soprattutto per il consiglio…:P
deve essere buonissima, quasi come mangiare un torrone, complimenti
sì, è saporitissima!
non l'ho mai mangiata ma deve essere una delizia per me che amo la frutta secca, una vera golosità, grazie epr la ricetta
Eh sì, è da provare!
Che bontà!!!
A vederla così sembra davvero perfetta!
Grazie!
che bella e dev'essere proprio buona, adoro tutti gli ingredienti!
saluti
Su
🙂
Buooooona!!!! Io sono calabrese anche se trapiantata al nord da qualche anno e di pitte 'mpigliate ne ho mangiate decine, la adoro e quando l'ho fatta assaggiare per la prima volta a mio marito, milanese, c'è mancato poco che se la pappasse tutta intera !!!!! W le calorie!!!
Sì uin efeftti è una botta di calorie pazzesca, ma quant'è buona!
complimenti!!davvero molto bella
anch'io ho una suocera calabrese!!!!
christiane
🙂
l'ho vista anche dal Cavoletto mi sembra, e mi ha fatto una voglia da matti! è bellissima, un'esplosione di sapori!
Sì, è vero, l'ha fatta anche Sigrid!
Ammazza! Super golosa.
Quel ripieno di frutta secca so già che mi farebbe impazzire 🙂
🙂
e'semplicemente bellissima 🙂
Grazie MIrtilla!
Pitta 'mpigliata viene definita nella provincia di Cs, mentre nella provincia di KR (la mia) e di Cz è conosciuta come Pitta 'nchiusa. Per quanto ne so, nelle altre due provincie più a sud della Calabria è sconosciuta.
Quelle che si acquistano hanno solo l'aspetto del dolce in questione e non il sapore, come sono certa avrai constatato, dopo aver assaggiato la tua.
E' un dolce "intoccabile", come tutte le ricette della tradizione, perché identifica ed evoca ricordi del passato ed ogni famiglia rivendica un ingrediente segreto che rende speciale la sua (in moltissime ricette, compresa quella che ho io, non c’è il lievito, è una sorta di pasta matta dolce) ….
La tua è perfetta e ti faccio i miei complimenti: brava come sempre 🙂
Milena, infatti avevo intuito che pitta 'nchiusa fosse il termine usato nella provincia di Crotone e Catanzaro. In efeftti mia suocera è di Sersale che è a metà strada tra le due province. Sono styata indecisa se mettere il lievito…Qualcosa mi diceva di non metetrlo, ma poi la ricetta che ho seguito lo prevedeva e l'ho messo. Addirittura qualche ricetta prevedeva il lievito di birra! Ti risulta? spero di essere andata vicino a quella che è la vera ricetta, comuqnue…
In realtà non esiste una ricetta della tradizione, ma tante con piccole varianti e moltissime hanno il lievito: la tua è riuscitissima e sopratutto rispettosa della tradizione 🙂
Al contrario le ricette con il lievito di birra mi perplimono molto ….
Ciao Martina commento poco ma passo…non potevo non dirti che meraviglia di piatta hai preparato (i miei la chiamano "piatt cu l'uagghiu -con l'olio) e anch'io so come Milena che in alcune versione non vi è' il lievito. Di solito nella nostra tradizione si prepara e la mangiamo per Pasqua ma comprata, mia mamma non l'ha mai preparata al "Nord" ma ricordo mia nonna e mia zia che ne preparavano decine e decine per tutto il quartiere:)!!! Adoro rubare le mandorle del ripieno! Vedrai che alla suocera' piacerà o almeno, se proprio non e' quella "vera" dovrà apprezzare l'impegno! Ciao ciao Luisa
Ciao Luisa, coem dicevo a Milena, in efeftti qualcosa mi diceva di non mettere il leivito, ma poi alal fien ho seguito la ricetta che avevo e l'ho messo..se avessi avuto al certezza che si poteva evitare l'avrei fatto…
Sarà buonissima anche con questo "particolare" in più! Buona serata ciao ciao Luisa
nella ricetta della mia famiglia c'è il lievito madre e si prepara la sera prima . inoltre non ci sono le uova nè l' acqua. io non uso il miele ma lo zucchero , la cannella , i chiodi di garofano e la buccia d'arancia seccata e frullata e la farina di grano duro
penso ne esistano molte versioni, però in base ai miie gusti pernso che il miele contribuisca a renderla più aromatica…I chiodi di garofano loi avrei evitati in ogni caso perchè li odio. Grazie della tua testimonianza
Martina ,tua suocera potrebbe sentir la mancanza del chiodo di garofano e del mosto,ma a me piace di più questa tua versione ,perchè non mi piacciono nè l' uno nè l' altro!
sì, io evitato accuratamente il chiodo di garofano, che detesto con tutta me stessa…Invece ho messo un po' di vino cotto nell'imapsto, anche se non l'ho scritto (mi sono dienticata, ma ne ho messo poco, giusto eprchè in realtà la ricetta andava fatta con il vino rosso e allora ho pensato di aggiungere un po' di vino cotto per colorare un po', ma senza risultattoo..::))
Questo è davvero la fine del mondo, mi ricorda i dolci arabi! Appena ho visto la foto mi è venuto un coccolone (ma quanto è complicato???) e invece, a leggere bene tutto il post, non presenta grosse difficoltà! Prima o poi vorrei provarci davvero….
Ciao, Tatiana
Sì, non è per niente difficle…La cosa più pallosa è tirare le sfoglie, ma pe ril resto si tratta solo di unire ingredienti…E' incredibile quanto spesso i dolci del sud abbiano qualcosa in comuqnue con quelli nordafricani o medioorientali
Abbiamo molte amiche in comune e siamo assieme su Face e quindi ti ho trovata e mi sono aggiunta. Buono questo dolce prendo nota ma lo proverò più in la ora devo smaltire altrimenti il mio problema glicemico urla. Buona serata.
Sento un sacco di gente che è a dieta..Io che anche dovrei mettermi!!! Grazie per esserti iscritta al blog…Sei la 1000ima!!!
E'bellissima da vedere sara' sicuramente buonissima. Brava Luisa
Ciao! Sono qui che sbircio il tuo blog e ho trovato un sacco di belle cose!
Ci siamo unite ai tuoi lettori con GFC, se ti va di ricambiare ci trovi qui:
http://www.sevacolazione.blogspot.it
V
Grazie!
Fatta! Buonissima…. la faceva la mia Nonna e ora sono perfino emozionata per essere riuscita a farla anche io! Un successone. Grazie Martina!!!!
Ma che belloo!! Sono contenta che tu l'abbia provata e che sia riuscita bene!!! 🙂
Io e mia figlia Agnese di 11 anni abbiamo deciso di dedicare le domeniche alle ricette regionali cominciando domani dalla Calabria, dato le mie origini,mio padre era calabrese. E cosa leggo nei tuoi commenti…che tua suocera è di Sersale ! L'abbiamo appena infornata, sarà la nostra colazione domattina.
Grazie per la condivisione.
Uhhh, che bello!! Spero che ti piaccia…A me è piaciuta molto! Fammi sapere…
Martina ci è piaciuta tanto….ma proprio tanto.
Stasera se riesco faccio un post.
Oh, che bello..:SOno contentissima!!! Se fai il post fammi sapere!
ciao Martina ecco il post :http://5passidalmare.blogspot.it/
Ciao 🙂
Ciao, apprezzo la volontà di voler fare la pitta nchiusa,ma la ricetta non è proprio quella originale……
Premesso che ci sono tante varianti, e che col tempo la ricetta si è evoluta/modificata.
Comunque sicuramente quella di tua suocera non era fatta con farina doppio zero, si utilizza la farina di grano duro, scorzetta di mandarino essiccata e non arancia, no rhum,vino bianco fatto in casa, miele o vino cotto ( dopo è subentrato lo zucchero) e poi c’è anche la polvere di chiodi di garofano, il lievito chimico assolutamente NOOOO…….LIEVITO MADRE….. no ai pinoli, le uova si possono omettere,a seconda delle varianti….. Comunque brava.
Mi rivedo molto in tua suocera……
Un saluto da una Calabrisella verace trapiantata al nord………
Ciao Donatella, ti ringrazio per le precisazioni. In effetti io ho fatto un mix di più ricette e quindi non ho ottenuto una versione doc. Quanto alla polvere di chiodi di garofano l’ho omessa volontariamente perché è una spezia che proprio detesto…:P Per il lievito mi sa che da qualche parte avevo letto lievito di birra, ma avendo in mente la consistenza di una pitta che veniva dalla calabria ho pensato che non potesse contenere lievito perché era friabile e non soffice come un lievitato, per quello ho messo il lievito chimico mi sa….