Alcuni di voi mi conoscono e sanno che sono di origini marchigiane, altri invece lo scopriranno ora. Sono nata ad Ancona e lì ci sono tutti i miei parenti (quelli che sono rimasti), ma ho sempre vissuto a Jesi, fino ai 18 anni, quando sono partita alla volta di Bologna per iscrivermi all'università per poi rimanerci. A Bologna vivo bene, è una città ancora a misura d'uomo, ma non nascondo che le mie Marche spesso mi mancano. Mi manca il verde della campagna, il mare del Conero, quel misto di ruvidezza, sfrontatezza e schiettezza che contraddistingue il marchigiano.
Di ricette marchigiane sul blog ne trovate altre, dal pollo in putacchio, alle olive all'ascolana passando per la pizza al formaggio di Jesi. Tutte ricette strepitose, che vi consiglio di provare se non le conoscete.
Nel blog mancava però una ricetta che a casa mia è un cavallo di battaglia. Il coniglio in porchetta al forno è più o meno un must la domenica a casa mia ed è anche uno dei piatti preferiti di mia madre. Andrebbe preparato intero e poi tagliato a pezzi una volta cotto, ma è andato Mauro a prenderlo in macelleria e gliel'hanno tagliato. Non ho notato differenze, quindi fatelo come più vi va comodo.
Nell'ascolano e nel sud delle marche in genere, il coniglio in porchetta si prepara anche con le cotiche di maiale, ma a casa mia no; sappiate che esistono entrambe le versione e che anche quella con le cotiche è molto buona.
- Ingredienti -
(per 4 porzioni)
- 1 coniglio intero
- 4 cucchiai circa di lardo di maiale macinato in crema
- 1 mazzetto abbondante di finocchio selvatico (compresi i gambi)
- 3 spicchi di aglio
- 3 cucchai pieni di olive nere denocciolate
- sale
- pepe
- olio extravergine di oliva
- 1/2 bicchiere di vino bianco secco
- (pancetta dolce e rosmarino facoltativi)
- Procedimento -
per la preparazione del coniglio in porchetta alla marchigiana, fondamentale è utilizzare un buon finocchio selvatico, che sia molto profumato.
Serviranno sia le “foglie” che i fusti, che sono la parte più aromatica. Il finocchio selvatico nelle Marche si trova anche al supermercato perchè è molto utilizzato in parecchie ricette. Qui a Bologna è un casino trovarlo e quelle volte che ho chiesto al fruttivendolo di procurarmelo me ne ha trovato uno che assomigliava più all’aneto che al finocchietto ed era tutt’altra cosa.
Il finocchio selvatico comunque cresce anche spontaneamente sui cigli della strada: imparate a riconoscerlo e lo recupererete gratis. Per questo coniglio in porchetta io ho recuperato il finocchio da una signora di un agriturismo dove abbiamo soggiornato un paio di week end fa: ne aveva una pianta in giardino e quando l’ho vista mi si sono illuminati gli occhi e le ho chiesto se ne potevo prendere qualche rametto.
Una volta che avrete il finocchio selvatico, preparate un trito finissimo con il lardo di maiale e 2 spicchi di aglio e sale grosso. Mia madre non li mette, ma potete anche aggiungere qualche cubett di pancetta dolce e del rosmarino. Dovete ottenere una pasta fine. Portate il forno a 180° in modalità statico.
Spalmate questa pasta su tutto il coniglio; incidete i punti più carnosi come cosce e schiena e infilate il lardo all’interno. Ricoprite tutto il coniglio abbondantemente in questo modo, lasciando anche qualche strato abbondante di questa pasta qua e là.
Cottura del coniglio in porchetta con finocchietto
Preparate una teglia abbondante e cospargete il fondo con uno o due cucchiai di olio extravegine e qualche granello di sale grosso. Disponete il coniglio sulla teglia. Aggiungete 3 cucchiai di olive nere denocciolate di buona qualità. Irrorate con un poco di olio e muovete il coniglio in modo che sia uniformemente unto. Salate con sale fino e spolverate con pepe nero macinato al momento. Aggiungete il terzo aglio tagliato a pezzetti.
Infornate coprendo il coniglio in porchetta con della carta argentata per la prima mezz’ora; in questo modo eviterete di seccarlo troppo. Trascorsa la prima mezz’ora rimuovete la carta argentata e continuate la cottura. Non appena il coniglio comincerà a risultare dorato, aprite il forno e versate del vino bianco; portate quindi a cottura. In totale ci vuole all’incirca 1 ora e mezza.
20 commenti sul post:
“Coniglio in porchetta alla marchigiana”
Salve, ti ho conosciuto quando mi sono imbattuta col tuo sciroppo di sambuco…
Ora ti leggo con piacere, farò questa ricetta di coniglio prossimamente quando andrò in Toscana, lo cucinerò nel forno a legna, dopo le pizze… Ciao
Ciao Marina! Nel forno a legna verrà meravigliosamente e sarà ancopra più buono! Fai solo attenzione che non si asciughi troppo. Se ne hai voglia poi fagli una foto e fammelo vedere!
che ricetta invitante Martina!Sai che mi piacerebbe provarla?Solo che ora fa troppo caldo magari a settembre al ritorno dalle ferie.Brava e grazie!
Grazie Isaq. Sì, capisco che tu non voglia accendere il forno in questi giorni! Però a settembre ricordati di provarlo. vedrai come è buono!
Ciao, grazie del suggerimento, dovrò coprirlo, immagino di doverlo prima far rosolare e poi coprirlo con la stagnola vero?
Pentola di coccio, che dici?
No, copri per i primi 30 minuti con la stagnola in modo che si cuoce ma mantenendosi umido, poi scopri, lascialo rosolare un po’, poi metti vino, fai sfumare e poi regolati controllandolo in modo che non si secchi troppo. La pentola di coccio mi sembra una buona idea
Grazie,
Ti saluto, sei stata gentilissima. A presto!
Figurati! Fammi sapere come è venuto e se ti è piaciuto!
Anche se marchigiana ammetto di non aver mai assaggiato il coniglio in porchetta…che dici, è ora di rimediare? ;-))
Assolutamente si! !! Devi. .. È troppo buono
Complimenti le tue ricette riescono alla perfezione. Il tuo blog è una garanzia come quelli di Adriano e Paoletta! Bravissima!
Mille grazie Silvia. Gran bel complimento.
mi potresti dare anche la ricetta del coniglio in porchetta con le cotiche ti ringrazio anticipatamente
io l’ho fatto solo una volta e spero di ricordarmi bene. Praticamente le cotiche vanno tagliate a pezzettini piccoli e bollite per sgrassarle e ammorbidirle 8mi sa che ci vuole 1 ora e mezza circa). Poi le cotiche fredde vanno mescolate con il battuto di aglio, finocchietto e lardo e con questo composto spalmi e riempi il coniglio dentro e fuori, poi cuoci come da ricetta.
Ciao Martina hai delle ricette favolose. Volevo chiederti se hai la piada BOLOGNESE (la chiamano così) è un po’ più spessa della classica di Riccione forse c’è lo strutto? L’ho provata ad una fiera a Genova. Grazie mille e buona continuazione
Ciao LOoredana, probabilmente è una di quelle cose che chiamano così fuori dall’emilia romagna, perchè io non ho mai sentito parlare di piada bolognese. In realtà la piadina è un prodotto romagnolo che però si fa anche in emilia. Esiste una ricetta diversa per ogni provincia dell’Emilia Romagna. Comunque forse ho capito quale intendi tu..E’ meno sottile e meno “sfgogliata” e più panosa come sapore. Non ho la ricetta però, mi dispiace; non mi piace neanche molto quel tipo di piadina lì. A me piace di più che sia un po’ croccante 🙂
ciao Martina, bellissimo e molto utile il tuo blog! Ho una domanda, il forno è da mettere statico o ventilato?
Grazie
Ciao PAola, mi fa piacere se il blog ti è utile e se proverai le mie ricette. Per il coniglio, meglio forno statico perchè altrimenti il coniglio che è una carne magra, si secca. Se lo provi fammi sapere!
Cara Martina, ti seguo silenziosamente da anni e ti faccio enormi complimenti per tutto!!!!! Sai che mio marito ed io ci siamo innamorati delle Marche e vorremmo comprare la casa di vacanze lì vicino a Jesi? Le colline, la gente e il cibo sono meravigliosi! Ti mando un abbraccio forte pieno di affetto e ammirazione, Mara
Ciao Mara, che bello che volete comprare una casa nelle Marche! Sono tanto belle le mie Marche! Un abbraccio anche a voi