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Corone di pane ai semi

Di: 19 commenti 19 Difficoltà: media
corone di pane ai semi

E’ da un bel po’ di tempo che non pubblicavo più una ricetta di un lievitato dolce o salato che sia, ma è arrivato a casa un nuovo libro di ricette di pane e mi è tornata subito la voglia di provarne una! L’attenzione è caduta su delle coroncine di pane piene di semini vari, molto belle da vedere e anche molto buone da mangiare!

Ecco a voi la ricetta, tratta dal libro The Complete Guide to Baking: Bread, Brioche and Other Gourmet Treats di Rodolphe Landemaine

Couronne bordelaise, un pane francese dalla forma bellissima

Di: 19 commenti 19 Difficoltà: media
couronne bordelaise

La couronne bordelaise è un pane francese di campagna (come avrete vagamente intuito dal nome) a lievitazione naturale (io l’ho però realizzato con poco lievito di birra) che si compone solitamente di 8 palline disposte a forma di corona e sormontate da una sorta di cappello o collare che in cottura si scolla e si solleva formando un piacevole decoro e un effetto molto molto bello.

Originariamente questo pane veniva realizzato in pezzature da 5kg, mentre ora la pezzatura classica è quella da 1kg. La couronne bordelaise andrebbe cotta nel forno a legna, ma naturalmente si può fare anche in casa, meglio se utilizzando una pietra refrattaria.

Hamburger vegetariano al carbone vegetale

Di: 7 commenti 7 Difficoltà: media
hamburger vegetariano al carbone vegetale

Dopo il mio Martyburger con la carnazza, buono che non potete capire (a meno che non lo proviate!), è giunta l’ora di provare anche un hamburger vegetale, valido sia per chi è vegetariano, sia per chi magari vuole ogni tanto concedersi un hamburger un po’ più leggero. E allora ho pensato ad un hamburger fatto di ceci e patate. Al posto della maionese ho usato del guacamole. Poi ci ho abbinato dei friarielli saltati in padella con aglio e peperoncino e dei peperoni arrostiti, pelati e conditi con olio e aglio fresco.

Nei panini ho messo del carbone vegetale, che ok, va di moda, ormai è stravisto, ma…….quanto sono fighi i burger neri neri con i semini di sesamo?

Michette milanesi o rosette soffiate

Di: 82 commenti 82 Difficoltà: difficile

Preparare il pane in casa è sempre bello. Toccare l’impasto vellutato e incordato è uno dei piaceri della vita, vederlo lievitare è una magia impagabile, vederlo sbocciare in forno è un’emozione, vederlo colorire una gioia. Tutto il pane è bello, ma ci sono alcuni pani che sono più difficili da fare in casa, come la baguette francese ad esempio, o, che so, il pane di Matera.
Ecco riuscire a fare quei pani è una soddisfazione ancora maggiore. Fare la michetta in casa è una sfida di quelle che emozionano e appassionano. Riuscire a farle con il buco dentro, soffiate non è semplice, ma con qualche accortezza diventa tutto più facile.

La michetta è un pane molto diffuso in Lombardia e in modo speciale a Milano. Fu introdotto a Milano nel periodo in cui la città faceva capo all’impero austro-ungarico, da cui ereditò alcune abitudini alimentari, tra cui anche la ricetta del Kaisersemmel, un panino dalla dimensione variabile tra i 50 e i 90g a forma di rosa. Se però il kaisersemmel a Vienna si conservava bene dalla mattina fino a sera, grazie a un clima asciutto, a Milano invece l’umidità faceva sì che il pane si rammollisse facilmente diventando gommoso; era necessario quindi trovare un modo di risolvere questo problema e si pensò quindi che la soluzione migliore fosse tentare di alleggerire il pane della mollica interna, di renderlo quindi “soffiato”. I panettieri milanesi dell’epoca si misero all’opera e riuscirono nell’intento di creare un pane vuoto all’interno. Nacque così la michetta, dal diminutivo di “micca”, termine con cui i milanesi chiamavano il Kaisersemmel.