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Cinammon buns – brioche alla cannella di Richard Bertinet

Di: 6 commenti 6 Difficoltà: media
cinammon buns

La verità è – ve lo dico – che ho sempre guardato con un certo interesse e una certa predisposizione ai cinammon rolls, ma non amo la cannella quando il suo sapore è troppo intenso. Detestavo le Brooklin rosso bordeaux. Ve le ricordate le gomme da masticare Brooklin alla cannella in confezione bordeaux? Se siete nati tra gli anni ’70 e gli ’80 come me sicuramente sì. Ecco, quel sapore intenso di cannella mi ha sempre un po’ disgustato; ho anche scoperto però, che se dosata con parsimonia, con equilibrio si amalgama bene agli altri sapori senza diventare pungente o invadente regalando un aroma speziato sì, ma morbido e corposo.

Ho scoperto quindi un amore per la cannella che non immaginavo e quindi mi sono decisa a provare i cinammon buns di Rochard Bertinet, perchè sapevo che sarebbero stati una garanzia. Ho provato altre sue ricette, di pane con risultati davvero soddisfacenti, sia per il gusto che per la serietà e precisione della ricetta. 

Non mi sbagliavo. Ricetta perfetta e risultati strepitoso. Se poi ci mettete la formatura che rende questi panini dolci alla cannella dei piccoli gomitolini di lana graziosissimi, se mi conoscete abbastanza e mi seguite da un po’, sapete che non avrei potuto resistere.

Il risultato è talmente bello che sto già ideando di rifarli ma con una farcitura al cioccolato. Stay tuned. Intanto accontentatevi di queste cinammon wool roll brioche o cinammon buns che dir si voglia.

Frollini al burro (tanti gusti con un solo impasto)

Di: 4 commenti 4 Difficoltà: facile

Era da un po’ che mi frullava in testa di fare una di quelle belle scatoline di latta con allineati tante tipologie di biscotti, tipo quelle scatole di latta blu con dentro i biscotti danesi. Le avete presenti? Oppure quelle confezioni che si portano all’ospedale a qualche amico o parente malato o quando si va a trovare qualcuno nel pomeriggio; sono quelli con il vassoietto in plastica e i vari spazi con dentro tante tipologie diverse di biscotti.

Gironzolando su Instagram, mi era saltato all’occhio un reel di Lucake in cui preparava proprio dei biscotti al burro e allora ho deciso di provare la sua frolla invece di quella che uso solitamente. 

Con un unico impasto si possono preparare tanti biscotti diversi. Potete poi usare granella di nocciole, di pistacchio, cocco rapè, cioccolato bianco e nero per decorarli sbizzarrendovi con le forme.

Ero convinta di avere in casa tra le tante varietà di taglia biscotti, anche quello a forma di bretzel o preztel che dir si voglia e invece, cerca che ti cerca, non l’ho trovato. E siccome sono capa tosta ho cominciato ad arrovellarmi su dove a Bologna avrei potuto trovare l’ambita formina, perchè mi ero fissata che doveva esserci anche quella forma tra i miei biscotti.

Pinsa romana

Di: 16 commenti 16 Difficoltà: media
pinsa romana

La leggenda vuole che la pinsa romana fosse una ricetta già in uso presso gli antichi romani; la verità è che sì, la pinsa intesa come prodotto lievitato dalla forma allungata e fatta con un mix di farine e lievito naturale esiste sin dai tempi dei romani; in latino pinsere significava allungare, schiacciare: da qui l’origine del nome pinsa.

La pinsa romana moderna però, costituita da uno specifico e bilanciato mix di farine diverse e pasta madre acida è invenzione di Corrado di Marco, che per ragioni commerciali ha lasciato che i consumatori continuassero a credere che la ricetta derivasse dall’antichità, perchè questo aneddoto, riportato erroneamente da un giornalista che lo intervistò, conferiva al suo prodotto quel qualcosa in più dato dal fascino della storia.

Ecco perchè, sebbene ormai in commercio esistano diversi mix di farine per pinsa romana, solo uno è il vero mix per realizzare la pinsa ed è quello del sig. Di Marco.

Di Marco è nipote di un panettiere che faceva pane nel periodo della guerra del ’15-’18 utilizzando un forno trainato da un carretto e che ha trasferito al nipote molte delle sue conoscenze sull’arte bianca introducendolo ai segreti delle svariate forme di lievito naturale e al gusto per la ricerca e la sperimentazione. Sì, perchè in un’intervista Di Marco spiega come il nonno utilizzasse svariate piante che conosceva molto bene e che immagino facesse fermentare per ottenerne diverse forme di lievito che conferivano al prodotto ognuno caratteristiche diverse.
Dalla conoscenza dei lieviti naturali e delle farine, approfondita grazie all’affiancamento con tecnici del mestiere e dall’amore per la sperimentazione e per trasmessogli dal padre, Di Marco ha sviluppato il suo mix contenente farina di soia, farina di riso, farina di frumento ad alto contenuto proteico (per garantire la tenuta delle lunghe lievitazioni) e pasta madre acida in proporzioni bilanciate per ottenere un risultato ottimale.

Pizza alla pala veloce

Di: 4 commenti 4 Difficoltà: media
pizza alla pala veloce

La ricetta è quella della pizza da fare in fretta di Paoletta, del blog Anice e Cannella che ho però adattato facendola alla pala. Il risultato, nonostante sia una pizza a breve lievitazione è davvero sorprendente. Io l’ho provata più volte e ho ridotto la quantità di lievito perchè cresceva troppo velocemente, ma voi fate le vostre prove.

Io ho preferito farla bianca condita solo con un giro di olio e del fleur de sel perchè così si presta benissimo ad essere mangiata con dell’affettato. L’ho provata anche margherita e con le cipolle. La mia preferita rimane la bianca, ma sono tutte buonissime.

Per le pizze ho utilizzato una piastra speciale brevettata, in alluminio rivestito di uno strato antiaderente che sulla parte sottostante ha delle alette che convogliano e accumulano il calore riproducendo l’effetto platea dei forni professionali.
Uno delle principali pecche dei forni casalinghi infatti è che manca una spinta potente dal basso che invece è necessaria per ottenere una buona crescita e una buona alveolatura dei lievitati come pane e pizza. Per info sulla Vulcan guardate in fondo al post.